Quando la prostata si ingrossa, si ha uno schiacciamento dell'uretra con conseguente difficoltà minzionale, ristagno di urina nella vescica e bisogno di urinare più spesso. Se si protrae per lungo tempo prima di intervenire con le cure appropriate, il ristagno delle urine può provocare ritenzione urinaria, insufficienza renale, infezioni ricorrenti, ematuria e calcolosi vescicale.
Non si conoscono le cause dell'ipertrofia prostatica1, ma sembra che un ruolo importante sia da attribuire ai cambiamenti ormonali, quindi a uno squilibrio di androgeni ed estrogeni e ai loro recettori, che si verificano con l'età e che contribuiscono all'ingrossamento della ghiandola prostatica, ma anche ad alcuni aspetti della sindrome metabolica come iperinsulinemia e ipercolesterolemia1.
È possibile che la minzione, le infezioni e l'eiaculazione possano originare dei traumi che – seppur piccoli – scatenano il rilascio di sostanze che stimolano la crescita tissutale1. La prostatite è per lo più causata da batteri, ma anche da un protozoo e in rari casi da virus. Può essere dovuta a un'infiammazione precedente alle vie urinarie non curata correttamente e che quindi si estende fino alla prostata. L'infiammazione della prostata è collegata anche a uno stile di vita sregolata: alcool, dieta ricca di grassi, vita sedentaria.
La prostatite cronica è frequentemente diagnosticata in uomini in età fertile2, con sintomi che vanno dal dolore nella zona pelvica, fino ai problemi di minzione (dolore, aumento della frequenza) e alle disfunzioni sessuali2.